martedì 16 dicembre 2008

MARCO TRAVAGLIO A CRISPIANO



il 16 gennaio 2009, presso Il teatro Comunale di Crispiano alle ore 18.00, avrà luogo l'incontro con Marco Travaglio, il quale oltre a presentare il suo ultimo libro si concederà in un dibattito pubblico in cui si parlerà di Giustizia e Legalità.
L'incontro è organizzato dagli Amici di Beppe Grillo di Taranto in collaborazione con la Pro loco di Crispiano, la quale ha partecipato economicamente facendosi carico delle spese relative all'affitto del teatro e dell'ospitalità di Travaglio e dei suoi spettatori. Dopo l'incontro avverrà un piacevole intrattenimento musicale, offerto dall Proloco di Crispiano, per dimostrare che cultura ed informazione non equivalgono a noia!!!PER INFO giovanisenzafuturo@yahoo.it

mercoledì 26 novembre 2008

HANNO VENDUTO L'ACQUA, HANNO VENDUTO LA NOSTRA VITA

Il governo Berlusconi ha venduto la nostra acqua

In Italia l'acqua e' stata privatizzata!
La notizia e' passata nel silenzio piu' assoluto, ma facendo una ricerca in rete spuntano diverse conferme: il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112, scritto dal ministro G. Tremonti. Nel comma 1 si afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.
Scrive Alex Zanotelli sul settimanale Carta: “Cosi' il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia e' oggi tra i paesi per i quali l’acqua e' una merce (in mano alle multinazionali). Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’acqua, queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male.”
Ci aspetta un futuro di proteste, come gia' e' accaduto ad Aprilia, in provincia di Latina. Nel 2005 Acqualatina, (in mano, col 46,5% delle azioni, alla multinazionale Veolia) decide di aumentare le bollette del 300%.
4.000 famiglie iniziano una protesta pacifica rifiutandosi di pagare l'acqua all'azienda privata e versando i soldi al Comune.
Ora, pare che Acqualatina abbia iniziato a mandare casa per casa vigilantes e carabinieri a staccare i contatori e chiudere i rubinetti.
“E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!” aggiunge Zanotelli.
Parole prese alla lettera dal Parlamento... ora il problema e' nazionale!!!
(Fonte: Caserta24ore, ne parla anche un articolo di Rosaria Ruffini dal titolo Acqua in bocca: vi abbiamo venduto l'acqua. http://www.peacelink.it/consumo/a/27507.html)

mercoledì 29 ottobre 2008

BRAVO COSSIGA,APPELLO ASCOLTATO DA MARONI

Il decreto dell’egida Gelmini è stato approvato. Il Parlamento è ormai esautorato. Non serve a nulla. Il Governo decide, decreta, ordina. Io propongo la chiusura della Camera e del Senato. I maggiordomi dello psiconano votano a comando. Hanno la maggioranza. Non discutono con l’opposizione (neppure con questa controfigura di opposizione) i testi delle leggi da approvare.
L’Italia è diventata una repubblica privata e presidenziale, comanda Testa d’Asfalto in nome e per conto dei poteri che lo hanno messo lì, in loro rappresentanza. Morfeo Napolitano è come se non ci fosse, stringe le mani e beve il tè. Il Parlamento è solo una spesa per il contribuente. Va chiuso. E, visto che ci siamo, chiudiamo anche la scuola, quello che resta della scuola dopo anni di ignavia dei governi. A cosa serve studiare se non avrai un lavoro, se non puoi partecipare alla vita democratica del tuo Paese, se vivi sommerso in un’informazione di regime? A sopravvivere? Ma a vent’anni sopravvivere è un insulto.
Ascoltate Aldo Giannuli, docente di Storia contemporanea alla Statale di Milano. Con il decreto Gelmini si tagliano fondi alle università e docenti. Tra "sette-otto anni, il corpo docente diminuirà di circa il quaranta per cento di unità".
Loro non molleranno mai, noi neppure.

Ore 18.48: Cossiga è stato buon profeta. Oggi a Roma gli studenti sono stati picchiati da un gruppo di provocatori sotto gli occhi della Polizia. Chi sono i provocatori, chi li ha mandati, chi li ha pagati e, soprattutto, come hanno potuto arrivare con un camion in Piazza Navona?

martedì 28 ottobre 2008

E L'ITALIA E? QUESTA QUA! MI INDEGNO

Cossiga fuori dal Parlamento

video_cossiga.jpg
"Non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti all'ospedale"

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita.

Cossiga ha confessato. Ne va preso atto. In fin dei conti ne va apprezzata la sincerità, neppure Totò Riina aveva osato tanto. Ha solo detto quello che la maggior parte degli italiani sapeva: l'Italia non è una vera democrazia. Forse non lo è mai stata. Quante fandonie ci hanno raccontato da Piazza Fontana in avanti? Sul G8 di Genova? Chi ha attivato il timer delle stragi di Stato?
Cossiga ci ha fornito una lezione magistrale della strategia della tensione. Però, ora, dopo quelle frasi , va dimesso dal Senato e ritirata la sua nomina a presidente emerito della Repubblica Italiana. Voglio vedere se un deputato o un senatore avanzerà la proposta in Parlamento.
Se rimane al suo posto è una vergogna per il Paese e un insulto ai professori e agli studenti. Non va picchiato, è anche lui un docente anziano. Va solo accompagnato in una villa privata. Propongo, per non farlo sentire troppo solo villa Wanda di Arezzo. Insieme a Licio Gelli potrà rinverdire i vecchi tempi, parlare di Gladio, di Moro, dei servizi segreti...

Un consiglio ai ragazzi: portate alle manifestazioni una telecamera, riprendete sempre chi compie atti di violenza. Vedremo chi sono, da dove vengono, se sono dei "facinorosi", come dice lo psiconano, o "agenti provocatori pronti a tutto", come suggerisce Cossiga.

giovedì 2 ottobre 2008

Gandhi e la nonviolenza


"Considero me stesso un soldato, ma un soldato di pace. Sono consapevole del valore della disciplina e della verità."


Il 2 ottobre 1869, in un umile paese di pescatori del Gujarat, nasceva Gandhi.

Il suo pensiero e la sua idea, basati su una vita semplice e aderente alla verità, al nocciolo delle cose, costi quello che costi, sono validi allora e validissimi oggi, quando la corsa sfrenata al lusso, al potere e alla visibilità, con nuovi mezzi di sfruttamento e con nuovi metodi di manipolazione, rischia di distruggere il nostro stesso pianeta.
Mahatma Gandhi (1869–1948) ha cambiato il corso della storia di miliardi di indiani. Padre dell'indipendenza dell'immensa nazione, Gandhi, come sospeso in una prodigiosa ambiguità fra il mistico e il pratico, ha fatto conoscere al mondo il concetto di Satyagraha, cioè il non compromesso, l’adesione assoluta - senza smarrimenti e senza svabature romantiche - a un principio ritenuto fermamente valido.
Il Satyagraha si attua mediante la disobbidienza civile alla legge, lo sciopero pacifico, la sospensione di ogni attività, l’arresto della vita della nazione. Ma non fu un concetto astratto: se ne ebbe la dimostrazione nella Marcia del sale, a Dandi, dove il 6 aprile 1930, violando la legge del monopolio britannico, Gandhi estrasse per primo il sale dal mare. Fu un’audacia che commosse e spinse come un fiume in piena l’India intera; e la ribellione non violenta si estese a macchia d'olio in ogni parte del paese.
L'Ahimsa o non-violenza e l’autodisciplina, la coerenza totale all’ideale del Satyagraha, cioè la resistenza passiva - i due cardini della lotta che guidò l'India contro il colonialismo - furono realizzati non attraverso un gelido controllo su se stesso, covando nell’animo il rancore, ma attraverso l’amore e, a livello etico, attraverso la reciproca tolleranza, un principio che fa sì che ognuno di noi accetti le differenze nel modo di pensare e di vivere dell’altro.
I suoi discorsi, i suoi libri, il suo pensiero ha cambizto profondamente la vita di molte persone: una coerenza gentile, ma "in tutta fermezza", ai propri ideali, alle proprie idee, a quello che si sa giusto, alla propria verità interiore, limando e cesellando la propria vita per togliere via tutto il superfluo. Un grande uomo che ha fatto conoscere all'Occidente un nuovo metodo di vita e di pensiero, l'assoluta aderenza a se stessi, "gentile ma con fermezza", e ha rivoluzionato il modo stesso di pensare dell'Occidente: un modo che era valido nel periodo buio delle dittature - ed è tanto più valido oggi.

In questa giornata l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 2 ottobre, giorno appunto della nascita di Gandhi, la Giornata Mondiale della Nonviolenza invitando Stati, personalità ed associazioni a celebrarne la ricorrenza.
La violenza nel mondo di oggi cresce e si espande in tutti i campi, generando un clima di paura, incertezza, asfissia e chiusura. Non si tratta solo della violenza fisica della guerra e della criminalità, ma anche di quella economica, razziale, religiosa, psicologica, di quella domestico-familiare e della violenza interna.
Secondo Gandhi non-violenza non significa "docile sottomissione alla volontà del malvagio, ma significa l’impiego di tutte le forze dell’anima contro la volontà del tiranno. La nonviolenza non è una giustificazione per il codardo, ma è la suprema virtù del coraggioso. La pratica della nonviolenza richiede molto più coraggio della pratica delle armi... Anche la vendetta è sintomo di debolezza… Un cane abbaia e morde qando ha paura. Un uomo che non teme nessuno al mondo giudica inutile perfino adirarsi contro chi cerca invano di arrecargli offesa".
Per Gandhi la nonviolenza era molto di più di una forma di lotta o di un mezzo per raggiungere un fine politico. La nonviolenza è lotta contro le ingiustizie, affermazione di amore verso gli altri, ricerca della Verità.

domenica 28 settembre 2008

LETTERA DEL CONSIGLIERE VETRANO VITO AL SINDACO E ALL'ASSESSORE ALL'AMBIENTE

RICICLARE IL TETRA PACK OGGI E' POSSIBILE

Il servizio di raccolta differenziata dei contenitori Tetra Pack è già attivo in più di 2000 Comuni italiani, grazie a specifici accordi di riciclo raggiunti con le Istituzioni locali. Queste confezioni possono essere quindi avviate a raccolta differenziata, dopo essere state sciacquate e appiattite.
Sono già 22 milioni gli italiani che oggi contribuiscono al riciclo dei contenitori Tetra Pack. Nel 2007 circa 700 milioni di confezioni, pari a 13mila tonnellate, sono state riciclate per generare nuova carta e cartone. I contenitori Tetra Pack sono riciclabili al 100% e da essi si produce Cartalatte™, Cartafrutta™ ed Ecoallene®, la differenziazione di tali prodotti porterebbe entrate finanziarie al nostro comune.

Per questi motivi il sottoscritto Consigliere Comunale Vetrano Vito

CHIEDE

- che l’Amministrazione Comunale sostenga questa iniziativa attraverso una campagna informativa, per far sì che i cittadini riciclino gli appositi contenitori con il marchio Tetra pack (latte, vino, succhi di frutta, ecc.)non mischiandoli con altri cartoni;

- che i contenitori Tetra Pack vengano inseriti nel calendario della raccolta differenziata distribuito alle famiglie;

Vi invito a Visitare il sito www.tetrapack.it e per maggiori informazioni su come un comune/gestore, come il nostro, può attivare il servizio di raccolta differenziata dei cartoni per bevande Contattate Comieco, ai seguenti recapiti:
COMIECO indirizzo web: www.comieco.org
tel: 06-8550931 fax 06-85304815

FRANCESCA ZANIN MAIL: zanin@comieco.org
Oppure contattando TETRA PAK al tel 0522-263785


mercoledì 24 settembre 2008

LA NOTTE DEI BRIGANTI - 3^ Edizione

Vi segnaliamo che domenica 5 ottobre a Grottaglie(TA), presso il Castello Episcopio, avrà luogo la terza edizione de La Notte dei Briganti, organizzata ancora una volta dall'associazione politico-culturale Sud In Movimento di Grottaglie, la quale col Presidio permanente No discariche da tempo si sta battendo per fermare l'ampliamento di una discarica per rifiuti industriali già esistente.
La Notte dei Briganti, è un progetto culturale, pensato e concepito all’interno dell’associazione Sud in Movimento. L’evento si caratterizza per la sua vocazione fortemente ambientalista, ma non solo, come è deducibile dal titolo stesso, vuole riscoprire e valorizzare la storia del territorio e delle sue genti, riaprendo un capitolo, da ormai molto tempo vacuamente richiamato, ma mai realmente affrontato e risolto, per l’appunto, quello della “questione meridionale”.
Per affrontare compiutamente questo tema non ci si può esimere dal rivisitare e ricordare, da un punto di vista storico e non solo, la vicenda del Brigantaggio meridionale, che a suo modo, pur emendabile per certi versi, rappresenta il baluardo più recente della lotta meridionale per l’affermazione di prerogative e diritti dei popoli di queste terre.
Questa manifestazione, rispettando in pieno il principio della valorizzazione del territorio, cogliendo oltretutto l’occasione per il rilancio dei pregi artistici e culturali dei territori, guardando soprattutto ai giovani, prevede al suo interno il “Music Festival delle Province Meridionali”, dibattiti tematici, esposizioni artistiche e stand informativi.
Il festival appena menzionato è tutto mirato alla valorizzazione e promozione dei gruppi emergenti delle province meridionali, non escludendo assolutamente, le altre realtà o i gruppi musicali, gli artisti, provenienti dalle altre parti del mondo, anzi, al contrario, è vista come una grande opportunità di confronto, integrazione e crescita, in pieno rispetto dello spirito che muove l’idea di questo evento, cioè di apertura al mondo, di collettivizzazione degli impegni sociali, culturali e politici, che sin dalla sua fase embrionale, ha permesso di ottenere grande sostegno morale e materiale dai cittadini, dalle associazioni, dai comitati e dalle istituzioni locali, riscuotendo un grande successo tra il pubblico e soprattutto tra i giovani.
Il tema generale dell’evento sarà: l’ambiente, con particolare riferimento all’ecosostenibilità, le energie rinnovabili, l’autodeterminazione dei popoli, la tutela del territorio ed in questa edizione si parlerà anche di raccolta differenziata.


LA NOTTE DEI BRIGANTI

Domenica 5 ottobre 2008 Grottaglie (Taranto) Castello Episcopio e Largo Immacolata.

START: Ore 17.00 Per la Raccolta Differenziata, le Energie alternative e la Democrazia dei Popoli.

ASSEMBLEA NAZIONALE dei Comitati impegnati sul territorio.


Spazio culturale:
Stand informativi dei comitati e delle associazioni;
Mostre d'arte e scultura;
Estemporanee di pittura;
Bancarella del DREAD;
Stand espositivi artigianali;
Proiezioni video;
Proiezioni cortometraggi;
Artisti di strada;
Animazioni per bambini.

Spazio concerti:
"NAUSICAA"Rithm'n'Blues - Rock Blues - (Grottaglie)

"TARANTA,PROVINCIA ENSAMBLE"Pizzica e Folk - (Palagiano-Grottaglie)

"SFK(SudFoundationKrù) - SCIAMANO - SCIACALLO - ROBERTOTTO" Rap-Hip-hop - (Palagiano-Taranto)

"HELTER SKELTER"Rock-Pop Italiano - (Brindisi)

"SRF - Senzarancorefran "Rock - (Lecce)

"DANCE-HALL"Raggae - (Grottaglie)

venerdì 19 settembre 2008

Il sogno americano, e gli italiani lo sognano

Yes, we can - Il successo di uno slogan

I Giovani in Movimento sono con Obama


Non so se sia stato proprio Barack Obama ad averlo ideato. E' più probabile sia stato il suo enorme staff.
Ma chiunque sia stato passerà alla storia: "Yes, we can" è forse lo slogan più incisivo, potente e collettivo di sempre, al pari solo forse di "Think small" di Bill Bernbach e "Hasta la victoria siempre" del comandante Che Guevara.

Ma qual'è il segreto che si cela dietro al successo clamoroso di queste tre parole?
Innanzitutto il numero. Semplicemente tre parole; una frase chiara, corta, semplice, forse addirittura con troppe parole per essere uno slogan. Tre parole potenti e polivalenti allo stesso tempo, parole di uso comunissimo eppure potenti e profonde.

Yes è la prima parola. Essa è forse la parola più significativa di tutto lo slogan; sprigiona un potentissimo sentimento di ottimismo che deve essere la base e il punto di partenza di qualsiasi cambiamento.
Obama vuole cambiare l'America e quindi il mondo, ma per farlo è necessario l'ottimismo della gente, la speranza di un futuro migliore, la fiducia. Un particolare importante è la virgola dopo la parola "Yes".
Essa segna, sintatticamente parlando, una pausa, e diviene fondamentale per comprendere il significato di tutto lo slogan: dopo aver pronunciato la parola "yes", ossia dopo aver chiarito che è l'ottimismo il punto di partenza, la pausa segna un momento di riflessione, un momento in cui ognuno deve guardare dentro sè stesso e capire se è dotato di questo sentimento positivo.

We è la parola centrale. La sua posizione non è casuale, ma richiama esplicitamente il suo significato profondo.
"We", infatti, significa noi, e in senso lato tutta la comunità, tutta l'unità di menti e corpi dell'America. La sua posizione non è casuale, dicevo, perchè "allaccia" la prima parola alla seconda. E' questo il suo significato: il popolo deve essere unito per poter effettuare un cambiamento; nessuno da solo può cambiare il mondo, nè io, nè tu, nè lui, ma NOI. L'ottimismo quindi è la base di partenza, ma è l'unione di intenti e di sforzi che può far realizzare il cambiamento.

Can è il verbo e la parola conclusiva e dunque la parola più intensa e potente di tutta la frase.
Esso è un verbo ausiliare modale che ha due significati: poter fare e saper fare.
In entrambi i significati, "can" non vuole esprimere un tentativo, ma una volontà tenace e decisa di arrivare fino in fondo; di poter fare proprio perchè si sa fare, ovvero di cambiare il mondo perchè si è capaci di cambiare il mondo. Gli americani possono cambiare il l'America e sanno come si cambia l'America.

"Yes, we can" è un messaggio forte, intenso, che parla dritto al cuore della gente.
Il cambiamento è possibile, ma esso parte dall'ottimismo e prende il volo con la collaborazione.


lunedì 1 settembre 2008

STOP INCENERITORI - L'ALTERNATIVA C'E'!



Video lezione realizzata dal giornalista Matteo Incerti sul ciclo integrato alternativo ad inceneritori e mega discariche: riduzione, raccolta porta a porta, compostaggio, trattamento meccanico biologico "a freddo", strategia Rifiuti Zero.

mercoledì 23 luglio 2008

Musichiamoli Tutti Vol.3

Anche quest'anno l'Arci di Ginosa(TA) indice il concorso musicale per band emergenti "Musichiamoli Tutti", giunto già alla terza edizione. L'invito è rivolto alle band e ai gruppi musicali di Palagianello e della zona. Non fatevi sfuggire questa occasione, anche perchè il 30 luglio, data della scadenza del bando, è vicina!

Vi forniamo il materiale da presentare nella domanda d'iscrizione:





per scaricare gli allegati cliccate qui

Suburbana Festival 2008


Anche quest’anno, per la 4 volta, si rinnova l’appuntamento con SUBURBANA FESTIVAL: il festival dell’autorganizzazione sociale.Il festival, ideato e promosso dai Comitati di Quartiere, quest’anno si svolgerà nei giorni 8 – 9 – 10 agosto presso l’ex maneggio di Fantiano, in prossimità delle cave omonime, a Grottaglie. Si è dunque data una nuova location all’evento, abbandonando lo scenario abituale della Masseria Vaccarella che aveva ospitato la rassegna nelle tre edizioni precedenti.La scelta è dettata dalla necessità di dover abbattere i costi organizzativi ed offrire l’evento con ingresso a ingresso libero e contributo facoltativo. Tale opzione è utile a rendere l’accesso fruibile a chiunque, svincolando la partecipazione dal corrispettivo del biglietto.In tal modo si compie un veloce balzo in avanti verso il senso compiuto del Festival che si prefigge di raggiungere il numero maggiormente possibile di persone. In combinata con la tradizionale prerogativa di non utilizzare alcuna sponsorizzazione, la nuova impostazione tende ad un maggior coinvolgimento, sia quantitativo che qualitativo. Qualitativo nel senso della partecipazione attiva, in modo che ogni persona interessata esca dalla mentalità della semplice fruizione per proiettarsi da protagonista nella costruzione di un progetto.Novità anche nella composizione del palinsesto. Per comporre il programma dell’evento è stata redatta e diffusa una mail d’invito a tutte le realtà musicali ed artistiche ritenute sensibili. L’iniziativa ha avuto tale successo da dover purtroppo porre diniego a moltissime persone che ci avevano dato disponibilità.La rassegna, pur mantenendo la tradizionale formula dei tre giorni, si arricchisce quantitativamente e qualitativamente. In programma nei tre giorni: concerti musicali, rassegne di cortometraggi, installazioni fotografiche, rappresentazioni teatrali. Ampissimo il panorama musicale che prevede in ogni serata 5 band provenienti da tutta Italia. I generi musicali saranno i più disparati per soddisfare l’esigenze di ogni ascoltatore. Si oscillerà tra note folk, ritmi rock, suoni punk - hard core ed oi, ci saranno canzoni di lotta, musica hiphop e reggae, troveranno anche spazio sonorità elettroniche (per il programma dettagliato vedi il link a fondo articolo).Novità assoluta, l’ingresso del teatro nel programma del festival. Questa new entry non si affaccia come puro esperimento ma come reale pilastro portante dell’iniziativa. Difatti ognuna delle tre serate prevede una diversa rappresentazione. Si inizierà venerdì 8 agosto con i bolognesi del teatro volante che metteranno in scena uno spettacolo sui temi dell’antifascismo. Sabato si proseguirà con i reggini del teatro ASU – artisti socialmente utili- che tratteranno i temi di più scottante attualità. Finale pirotecnico domenica 10 agosto con la performance dei pesaresi c’è chi c’ha teatro con il loro spettacolo acrobatico per grandi e piccini.
Dunque spettacoli con contenuti importanti che fungeranno da supporto alle tre giornate tematiche che caratterizzeranno il festival. Come si è gia detto la rassegna, oltre a definirsi come appuntamento musicale, vuole proporsi come momento politico e di aggregazione sociale.Presentare un festival musicale con finalità politiche ci sembra irrinunciabile in una realtà come quella jonica. La disastrosa situazione di Taranto e della sua provincia non possono essere dimenticate neppure per un attimo, neanche nei momenti di svago. Ci piacerebbe potesse essere diverso ma questo ci impone oramai la realtà.
La composizione della città che vede la presenza oppressiva di Ilva, Marina Militare e una classe politica dirigente che facilita le speculazioni delle ecomafie, incide fortemente sulla mancanza di spazi sociali e culturali che permettano alla gente di incontrarsi, confrontarsi, condividere bisogni ed esigenze e perchè no, trovare soluzioni.SUBURBANA si propone umilmente di essere contenitore di tutte queste entità che muovono le loro attività nel senso dell'aggregazione, socializzazione e solidarietà. SUBURBANA vuole essere lo spazio liberato di una società oppressa a tutti i livelli.La formula dell'atuorganizzazione fà ricadere tutti gli sforzi organizzativi ed economici sui promotori, la mancanza di sponsor è una scelta fortemente voluta. Privarsi di una sponsorizzazione o di un patrocinio vuole essere un segnale chiaro: l'aggregazione ed il protagonismo possono sopperire alle minore disponibilità di fondi. Vuole essere il messaggio a chiare lettere a chi continua a delineare la politica del "panem et circensem".Tutti gli spettacoli, oggi proposti, sono un servizio che qualcuno più o meno benevolmente offre alla gente. SUBURBANA vuole essere il momento in cui ognuno impegna se stesso in favore della comunità. Profondere energie affinché si possa creare una rete culturale e politica in grado di poter opporre sistemi diversi a quelli che tradizionalmente ci opprimono. L'unione delle forze può dare vita ad eventi parimenti importanti e qualitativi di quelli proposti a vario titolo dai grandi poli commercio-culturali. Contro la mercificazione dell'arte ed a favore delle autoproduzioni così si pone il festival.
Tutti i proventi, frutto dell'iniziativa, serviranno all'autofinanziamento dell'impegni sociali che i comitati di quartiere sostengono, ed al mantenimento delle spese processuali di quei compagni che invocando i diritti di tutti in nome della giustizia, hanno avuto modo di incontrare l'ingiustizia come imputati nelle aule dei tribunali. Questo accade sempre a più persone nella nostra nazione: l’espressione del dissenso si scontra con i metodi repressivi adottati nelle strade quanto nelle aule dei tribunali.La sinergia delle conoscenze e delle istanze sul territorio sono prerogative indispensabili per potere sviluppare un progetto che restituisca respiro alla nostre vite.Per poter creare dal basso una piattaforma alternativa allo scellerato modello dello sviluppo e del consumo è necessario non disperdere neppure un granello di forza.
Il nostro invito è rivolto a tutte quelle realtà, collettivi, associazioni e singoli individui che si battono a vario titolo sul territorio per difendere i diritti propri e della collettività tutta. Una richiesta di partecipazione al festival e contributo all’assemblea sul tema ambiente e territorio che si terrà nel pomeriggio del 9 agosto alle ore 18.00.

Caparezza e il suo eroe

Qualche mese fa è uscito "Le dimensioni del mio caos", l'ultimo album del rapper di molfetta Caparezza, anticipato dal singolo "Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche)".Da sempre impegnato e vicino alla vita sociale e ai problemi della quotidianità, l'artista pugliese stavolta racconta la storia di un operaio che suda il suo salario e non cede alle tentazioni. L’atmosfera western non deve trarre in inganno, questa è la storia di un vero eroe contemporaneo. Rocky, Rambo e l’Uomo Ragno sono dei pivellini rispetto a Luigi delle Bicocche, muratore precario che fatica ad arrivare a fine mese, difende la sua famiglia dagli strozzini e combatte ogni giorno per la pensione.
Questa canzone è dedicata a tutti coloro che tornano a casa stremati e con la schiena a pezzi,con le tante preoccupazioni che non fanno dormire,le bollette sul comodino e tante scadenze! I veri eroi...
In fondo un Eroe è per definizione un uomo che combatte contro incredibili avversità per una causa, un ideale o per salvare vite innocenti.
Musica,testo e video a dir poco commoventi!!!Ancora una volta...grande Caparezza!!!E occhio al nuovo singolo "Vieni a ballare in Puglia",un ritratto della nostra regione non proprio rose e fiori ma è la descrizione di una triste realtà! Ascoltatela!!!Ballerete tutta l'estate!!!
“Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche, eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà”
Piacere, Luigi delle Bicocche
Sotto il sole faccio il muratore e mi spacco le nocche.
Da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
Che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un chopper
Invece io passo la notte in un bar karaoke,
se vuoi mi trovi lì, tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio sangue
..un soggetto perfetto per Bram Stroker
Tu che ne sai della vita degli operai
Io stringo sulle spese e goodbye macellai
Non ho salvadanai, da sceicco del Dubai
E mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a SNAI
Io sono pane per gli usurai ma li respingo
Non faccio l’ Al Pacino, non mi faccio di pacinko
Non gratto, non vinco, non trinco/ nelle sale bingo/
Man mano mi convinco/ che io
RIT.
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere
Stipendio dimezzato o vengo licenziato
A qualunque età io sono già fuori mercato
…fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera, bocca impastata
come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera
su, vai, a vedere nella galera, quanti precari, sono passati a malaffari
quando t’affami, ti fai, nemici vari, se non ti chiami Savoia, scorda i domiciliari
finisci nelle mani di strozzini, ti cibi, di ciò che trovi se ti ostini a frugare cestini
..ne’ l’Uomo ragno ne’ Rocky, ne’ Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini, io sono un eroe
RIT.
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere.
Per far denaro ci sono più modi, potrei darmi alle frodi
E fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
C’è chi ha mollato il conservatorio per Montecitorio
Lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
Io vado avanti e mi si offusca la mente
Sto per impazzire come dentro un call center
Vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette perché sono un eroe.
RIT.
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere

Principi Attivi:si avvicina la scadenza

Principi Attivi è la nuova idea di Bollenti Spiriti, realizzata dall'Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva.
Lo scopo di Principi Attivi è promuovere la capacità progettuale, creativa e di intrapresa dei giovani pugliesi attraverso la concessione di contributi per la realizzazione/sperimentazione di idee innovative.
Principi Attivi si propone di valorizzare le energie e i talenti dei giovani pugliesi come risorsa per lo sviluppo sociale, economico e territoriale della Puglia, in coerenza con la strategia indicata dal Documento Strategico Regionale. L’obiettivo è duplice:

  • verso i giovani: dare responsabilità, occasioni di apprendimento e di attivazione diretta;
  • verso la comunità regionale: dare un iniezione di energia e innovazione al sistema sociale ed economico pugliese.


Principi Attivi supporta la realizzazione di:
A. Idee per la tutela e la valorizzazione del territorio (es: sviluppo sostenibile, turismo, sviluppo urbano e rurale, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, culturale ed artistico etc.);

B. Idee a vocazione imprenditoriale con particolare riferimento allo sviluppo dell’economia della conoscenza e dell’innovazione (es. innovazioni di prodotto e di processo, media e comunicazione, nuove tecnologie etc.);

C. Idee per l’inclusione sociale e la cittadinanza attiva(es. qualità della vita, disabilità, antirazzismo, migranti, sport, pari opportunità, apprendimento, accesso al lavoro, impegno civile, legalità etc.).

I progetti finanziati potranno avere una durata massima di 12 mesi. Potranno presentare progetti tutti i giovani cittadini, italiani e stranieri residenti in Puglia, di età compresa tra i 18 e i 32 anni, organizzati in gruppi di lavoro informali composti da un minimo di 2 persone. In caso di approvazione del progetto, i gruppi informali si impegnano a costituirsi in un nuovo soggetto giuridico a propria scelta (associazione, cooperativa, impresa etc.). Non potranno presentare progetti le organizzazioni costituite prima della presentazione della domanda. Il contributo massimo ammissibile per ciascuna proposta progettuale sarà di 25.000 Euro. Sarà possibile presentare progetti fino al 31 luglio 2008. Il bando è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 85 del 29/05/2008.

Scarica la documentazione per candidarsi:

Scarica il Bando di concorso [ Principi Attivi - Bando (153.77 kB)]

Scarica il formulario di candidatura [ Principi Attivi - Formulario (1.02 MB)]

Scarica le linee guida per l'ammissibilità delle spese [ Principi Attivi - Linee Guida (178.73 kB)]

Per maggiori informazioni consulta http://bollentispiriti.regione.puglia.it/index.php

domenica 20 luglio 2008

GLI INCIUCI VENGONO DA LONTANO!!VELTRUSCONI...

Ascoltate un pò cosa abbiamo scoperto con l'aiuto del grande Funari (pace all'anima sua), non facciamoci prendere per il culo da questi grandi manovratori (Berlusconi e Veltroni) dobbiamo mandarli a fa..




Funari_inciucio.jpg

"ECO-BALLE", POCO ECO TUTTE BALLE!!

LETTERA AGLI AMICI di padre Alex Zanotelli - Napoli, 12 luglio 2008
“ E’ AL COLMO LA FECCIA”
Carissimi,
è con la rabbia in corpo che vi scrivo questa lettera dai bassi di Napoli, dal Rione Sanità
nel cuore di quest’estate infuocata. La mia è una rabbia lacerante perché oggi la Menzogna è
diventata la Verità. Il mio lamento è così ben espresso da un credente ebreo nel Salmo 12
“ Solo falsità l’uno all’altro si dicono:
bocche piene di menzogna,
tutti a nascondere ciò che tramano in cuore.
Come rettili strisciano,
e i più vili emergono,
è al colmo la feccia.”
Quando ,dopo Korogocho, ho scelto di vivere a Napoli , non avrei mai pensato che mi sarei trovato
a vivere le stesse lotte. Sono passato dalla discarica di Nairobi, a fianco della baraccopoli di
Korogocho alle lotte di Napoli contro le discariche e gli inceneritori.Sono convinto che Napoli è
solo la punta dell’iceberg di un problema che ci sommerge tutti.Infatti, se a questo mondo, gli oltre
sei miliardi di esseri umani vivessero come viviamo noi ricchi (l’11% del mondo consuma l’88%
delle risorse del pianeta!) avremmo bisogno di altri quattro pianeti come risorse e di altro quattro
come discariche ove buttare i nostri rifiuti. I poveri di Korogocho, che vivono sulla discarica, mi
hanno insegnato a riciclare tutto , a riusare tutto, a riparare tutto, a rivendere tutto, ma soprattutto a
vivere con sobrietà.
E’ stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in
Campania, regione ridotta da vent’anni a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici.Infatti esponenti
della camorra in combutta con logge massoniche coperte e politici locali, avevano deciso nel 1989
,nel ristorante “La Taverna” di Villaricca”, di sversare i rifiuti tossici in Campania.Questo perché
diventava sempre più difficile seppellire i nostri rifiuti in Somalia. Migliaia di Tir sono arrivati da
ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della
morte (Acerra-Nola- Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del
Casertano. Questi rifiuti tossici “bombardano” oggi ,in particolare i neonati, con diossine,
nanoparticelle che producono tumori, malformazioni , leucemie……
Il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto .
A cui bisogna aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economicifinanziari.
Infatti questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i
rifiuti,scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti.(E’ sempre più chiaro, per me,
l’intreccio fra politica, potentati economici-finanziari, camorra, logge massoniche coperte e servizi
segreti!). In 15 anni i commissari straordinari hanno speso oltre due miliardi di euro, per produrre
oltre sette milioni di tonnellate di “ecoballe”, che di eco non hanno proprio nulla : sono rifiuti tal
quale, avvolti in plastica che non si possono nè incenerire ( la Campania è già un disastro
ecologico!) né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. Buona parte di queste ecoballe,
accatastate fuori la città di Giugliano, infestano con il loro percolato quelle splendide campagne
denominate “Taverna del re “.
E così siamo giunti al disastro! Oggi la Campania ha raggiunto gli stessi livelli di tumore del Nord-
Est, che però ha fabbriche e lavoro.Noi, senza fabbriche e senza lavoro, per i rifiuti siamo
condannati alla stessa sorte. Il nostro non è un disastro ecologico -lo dico con rabbia- ma un crimine
ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto
che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze:una che permetteva di bruciare le
ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, l’altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta
che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che “trasformano
la merda in oro -come dice Guido Viale- Quanto più merda, tanto più oro!”
Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto n.90 sui rifiuti in
Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e quattro
inceneritori. Se i 4 inceneritori funzionassero, la Campania dovrebbe importare rifiuti da altrove per
farli funzionare. Da solo l’inceneritore di Acerra potrebbe bruciare 800.000 tonnellate all’anno! E’
chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70
%), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori. E’ da 14 anni che non c’è volontà politica di fare
la raccolta differenziata. Non sono i napoletani che non la vogliono, ma i politici che la ostacolano
perché devono ubbidire ai potentati economici-finanziari promotori degli inceneritori. E tutto questo
ci viene imposto con la forza militare vietando ogni resistenza o dissenso, pena la prigione. Le
conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. ”Se tutti i cittadini hanno pari
dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno
meno uguali, avranno meno dignità sociale-così afferma un recente Appello ai Parlamentari
Campani Ciò che è definito “tossico” altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania
non lo è; ciò che altrove è considerato “pericoloso”qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e
salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la
magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti , hanno meno poteri che
nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno
in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani”.
Davanti a tutto questo, ho diritto ad indignarmi. Per me è una questione etica e morale. Ci devo
essere come prete, come missionario. Se lotto contro l’aborto e l’eutanasia, devo esserci nella lotta
su tutto questo che costituisce una grande minaccia alla salute dei cittadini campani. Il decreto
Berlusconi straccia il diritto alla salute dei cittadini Campani.
Per questo sono andato con tanta indignazione in corpo all’inceneritore di Acerra, a contestare la
conferenza stampa di Berlusconi, organizzata nel cuore del Mostro, come lo chiama la gente.
Eravamo pochi, forse un centinaio di persone. (La gente di Acerra, dopo le botte del 29 agosto 2004
da parte delle forze dell’ordine,è terrorizzata e ha paura di scendere in campo). Abbiamo tentato di
dire il nostro no a quanto stava accadendo.Abbiamo distribuito alla stampa i volantini :”Lutto
cittadino.La democrazia è morta ad Acerra.Ne danno il triste annuncio il presidente Berlusconi e il
sottosegretario Bertolaso.” Nella conferenza stampa ( non ci è stato permesso parteciparvi!)
Berlusconi ha chiesto scusa alla Fibe per tutto quello che ha “subito” per costruire l’inceneritore ad
Acerra!(Ricordo che la Fibe è sotto processo oggi!).Uno schiaffo ai giudici! Bertolaso ha
annunciato che aveva firmato il giorno prima l’ordinanza con la Fibe perché finisse i lavori! Poi ha
annunciato che avrebbe scelto con trattativa privata, una delle tre o quattro ditte italiane e una
straniera, a gestire i rifiuti.Quella italiana sarà quasi certamente la A2A ( la multiservizi di Brescia e
Milano) e quella straniera è la Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua e la seconda al
mondo per i rifiuti. Sarà quasi certamente Veolia a papparsi il bocconcino e così, dopo i rifiuti , si
papperà anche l’acqua di Napoli.Che vergogna! E’ la stravittoria dei potentati economici-finanziari,
il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti
convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo
libro Shock Economy, chiama appunto l’economia di shock! Lì dove c’è emergenza grave viene
permesso ai potentati economico-finanziari di fare cose che non potrebbero fare in circostanze
normali. Se funziona in Campania, lo si ripeterà altrove. (New Orleans dopo Katrina insegna!).
E per farci digerire questa pillola amara, O’ Sistema ci invierà un migliaio di volontari per aiutare
gli imbecilli dei napoletani a fare la raccolta differenziata, un migliaio di alpini per sostenere
l’operazione e trecento psicologi per oleare questa operazione!! Ma a che punto siamo arrivati in
questo paese!?! Mi indigno profondamente! E proclamo la mia solidarietà a questo popolo
massacrato! “Padre Alex e i suoi fratelli “ era scritto in una fotografia apparsa su Tempi (inserto di
La Repubblica). Sì, sono fiero di essere a Napoli in questo momento così tragico con i miei
fratelli(e sorelle) di Savignano Irpino,espropriati del loro terreno seminato a novembre , con i miei
fratelli di Chiaiano, costretti ad accedere nelle proprie abitazioni con un pass perchè sotto
sorveglianza militare .
Per questo, con i comitati come Allarme rifiuti tossici, con le reti come Lilliput e con tanti gruppi,
continueremo a resistere in Campania. Non ci arrenderemo.Vi chiedo di condividere questa rabbia,
questa collera contro un Sistema economico-finanziario che ammazza ed uccide non solo i poveri
del Sud del mondo, ma anche i poveri nel cuore dell’Impero. Trovo conforto nelle parole del grande
resistente contro Hitler, il pastore luterano danese, Kaj Munk ucciso dai nazisti nel 1944 .”Qual è
dunque il compito del predicatore oggi ?Dovrei rispondere: fede, speranza e carità. Sembra una
bella risposta. Ma vorrei dire piuttosto :coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza
provocatorio per costituire l’intera verità... Il nostro compito oggi è la temerarietà..Perchè ciò di
cui come Chiesa manchiamo non è certamente né di psicologia né di letteratura.Quello che a noi
manca è una santa collera”.
Davanti alla Menzogna che furoreggia in questa regione campana, non ci resta che una santa
collera. Una collera che vorrei vedere nei miei concittadini, ma anche nella mia Chiesa.. “I simboli
della Chiesa Cristiana sono sempre stati il leone, l’agnello, la colomba e il pesce -diceva sempre
Kaj Munk- mai il camaleonte”.
Vi scrivo questo al ritorno della manifestazione tenutasi nelle strade di Chiaiano, contro
l’occupazione militare della cava. Invece di aspettare il giudizio dei tecnici sull’idoneità della cava,
Bertolaso ha inviato l’esercito per occuparla. La gente di Chiaiano si sente raggirata, abbandonata e
tradita .
Non abbandonateci. E’ questione di vita o di morte per tutti. E’ con tanta rabbia che ve lo scrivo.
Resistiamo!
Alex Zanotelli

domenica 22 giugno 2008

Prove tecniche di fascismo 2

Nessuno mi può giudicare

nessuno_mi_puo_giudicare.jpg






Il blog di Beppe Grillo pubblica la lettera ufficiale, tenuta finora segreta, inviata da Berlusconi al suo portalettere Schifani. Uno scoop. Testa d’Asfalto e il Suo Riporto hanno poi concordato un testo per il Senato che avrebbe fatto impallidire Ceaucescu.

“Caro Presidente,
come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezza’ un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. Le voglio sottolineare che i processi che mi riguardano non sono né urgenti, né destano alcun allarme sociale. Se così fosse i cittadini italiani non mi avrebbero eletto, altrimenti sarebbero dei fessi come in effetti sono. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell'Autorità Giudiziaria ai reati più recenti anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato.
La materia mi è ampiamente nota e ha mia approvazione disinteressata, lo posso testimoniare da prescritto a conoscenza dei fatti.
Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e non di quelli che riguardano la mia alta carica e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, eliminando la cronaca giudiziaria, incarcerando i giornalisti e, come extrema ratio per l’imputato, nel caso si tratti di Silvio Berlusconi, di ricusare i giudici.
I miei legali, che ho fatto eleggere per la mia necessaria protezione in Parlamento, mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi (lo giuro sui miei figli, sono sempre stato all’oscuro dell’esistenza di questo Mills) che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Lo dico a lei, in privato, sono i soliti comunisti di merda. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell'ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch'esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Sono innocente, Craxi è morto innocente, non sono stato iscritto alla P2, la tessera 1816 era intestata a un mio omonimo massone, piduista, golpista e puttaniere.
Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l'onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto, come qualche milione di italiani che sto intimidendo con i militari, di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l'altro oggi si troverebbe a poter disapplicare.
Quindi, ancora una volta, secondo l'opposizione l'emendamento presentato dai due relatori della cui fedeltà sono certo, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Infatti la si può riscontrare solo nella Russia del mio amico Putin che mi ha fornito preziosi suggerimenti su come tacitare Travaglio.
Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, ma che non sono mai riusciti a farmi entrare a San Vittore, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. In realtà non è così, ma come direbbe il mio ispiratore politico, grande uomo, grande italiano, di cui non voglio assolutamente condividere la fine a Piazzale Loreto, il Cavalier (anche lui!) Benito Mussolini, il mio grido di libertà è: “Me ne frego!”. La informo quindi che ordinerò ai miei impiegati del consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull'emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato anche se è un delinquente. Cinque anni da premier, sette da Presidente della Repubblica sono un lasso di tempo sufficiente per non farmi mai più processare.
Prima della lettura di questa importante missiva batta i tacchi e ordini il “Saluto al nuovo Duce”.”
Baciamo le mani, Silvio Berlusconi.

Berlusconi ci ha tolto la democrazia ed ora ci riporta il fascismo V-Day!

martedì 17 giugno 2008

Non c’è più tempo. V-day, V-day, V-day.

beppe_bin_laden.jpg

Topo Gigio Veltroni, il più imbelle leader dell’opposizione che si ricordi, ha finalmente reagito. Lo psiconano introduce la cortina di ferro tra i politici e la giustizia e l’informazione. Taglia in due il Paese, di qua gli impuniti della politica, di là i cittadini. Topo Gigio dichiara allora: “Guai a farci schiacciare su posizioni girotondine”, ma anche: “Non mi pare che ci sia un clima positivo”, e ancora anche: “Troppi strappi, così il dialogo salta”.
Quanti strappi alla Costituzione e alla legge sono necessari perché l’inciucio Veltrusconi salti? Ce lo dica Topo Gigio. Anzi, non dica più nulla, ci risparmi i suoi aggettivi da terzomondista, ma anche berlusconista e si dimetta. Negli Stati Uniti, dopo la serie impressionante di sconfitte che ha subito, Ueltròn farebbe la maschera del cinema a Hollywood.
Lo psiconano ha dichiarato guerra al Paese. Non perché sia cattivo, ma per necessità. La galera non piace a nessuno. Per questo vuole mandarci i giornalisti e i magistrati al suo posto. Il disegno di legge sulle intercettazioni seppellisce in modo definitivo la (poca) informazione libera esistente in Italia. Non potremo più sapere nulla. Nulla. Unipol, Abu Omar, Santa Rita, la centrale di spionaggio di Telecom, Saccà, Parmalat. I processi, diventeranno segreti di Stato. Lo psiconano impedisce con la galera la pubblicazione di ciò che è pubblico. Non solo delle intercettazioni, che di fatto, vengono eliminate. Infatti, tutti gli atti delle indagini preliminari “anche se non sussiste più il segreto” non possono essere divulgate neppure “in modo parziale o per riassunto”. Nessuna intercettazione sotto i 10 anni di pena, nessuna pubblicazione di atti giudiziari pubblici. Questa è la sicurezza del nuovo Governo. I militari per le strade sono un insulto per le forze di Polizia. Lo scopo non è quello di difendere i cittadini, ma di creare un precedente. I militari potranno essere impiegati per le centrali nucleari, gli inceneritori, le nuove basi americane, la Tav in Val di Susa, il Ponte sullo stretto, per l’abolizione della class action Parmalat. Per proteggere i politici come nelle migliori tradizioni sudamericane.
La legge sulle intercettazioni è la pietra tombale sulla democrazia. Io non ci sto. Una legge, fatta per i fuorilegge, che va chiamata, in modo corretto, legge Silvio Berlusconi.
Il prossimo V-Day sarà dedicato a questa legge. Il V3-day sarà sulla Giustizia. Lancerò un referendum per l’abolizione della legge Berlusconi. Chiunque ci stia, associazioni, movimenti, raggruppamenti politici, è benvenuto. E’ arrivata l’ora di contarci. Non c’è più tempo. V-day, V-day, V-day.

domenica 15 giugno 2008

Il blog e la libertà di informazione








Il Blog ha intervistato Antonino Monteleone, giornalista calabrese, dopo il sequestro del suo blog.

"Ciao, mio chiamo Antonino. Ho 23 anni, sono l’organizer del MeetUp di Reggio Calabria e sono un giornalista. Nel 2006 ho aperto un blog, www.antoninomonteleone.it, nel quale spesso e volentieri ho raccontato ed espresso le mie opinioni e valutazioni su fatti e circostanze che ho vissuto per lavoro e riportato dei fatti che sui canali ufficiali non è sempre opportuno riportare. Da venerdì 6 giugno il mio blog è stato posto sotto sequestro: voglio spiegarvi il perché e come si è svolta l’intera vicenda. Subito dopo le elezioni politiche del 2006 decido di pubblicare gli stralci di un documento che durante la campagna elettorale riportava i curricula dei candidati alla Camera e al Senato che sarebbero stati eletti in Calabria perché presenti nelle liste in posizione utile. Parlava di ex consiglieri regionali candidati dopo essersi macchiati di gravi reati contro la pubblica amministrazione: turbativa d’asta, abuso d’ufficio. Ex deputati del centrodestra che passavano al centrosinistra nonostante accuse gravissime come il concorso esterno in associazione mafiosa. Spesso riportavo degli stralci di questo documento, in particolare si trattava quasi sempre di articoli che mettevano assieme pezzi di altri articoli di quotidiani nazionali. Parliamo di Repubblica, dell’Espresso, del Messaggero. Il 9 dicembre del 2006 pubblico un articolo dedicato all’onorevole Giuseppe Galati che all’epoca militava nell’UDC, che nel corso del governo Berlusconi uscito vincente nelle elezioni del maggio 2001 ha ricoperto l’incarico di sottosegretario alle attività produttive. Nel 2003 scoppia lo scandalo della Roma bene, l’operazione “Cleopatra” che porta all’arresto di Serena Grandi, alle indagini sul senatore Colombo. L’onorevole Galati emerge dagli atti del GIP del tribunale di Roma come consumatore abituale di cocaina che gli veniva fornita addirittura all’interno del ministero delle attività produttive di cui era sottosegretario. Scrivo questo articolo il 9 dicembre e il 26 febbraio 2007 ricevo da parte dell’on. Galati una email che era titolata come “Atto di interpello ai sensi dell’art. 7 della legge sulla privacy” con la quale mi chiedeva di indicare quali fossero le fonti dalle quali avevo tratto queste informazioni. Soprattutto mi diceva che avrebbe voluto rettificare alcune parti dell’articolo perché inesatte e incomplete e volte a gettare discredito sulla sua persona. Rispondo a questa email il 9 marzo. Non ho risposto subito perché, sorpreso da questa sua comunicazione, volevo raccogliere in maniera dettagliata tutte le fonti che stavano alla base di quell’articolo. Tra l’altro molti degli articoli di stampa si trovavano nella rassegna presente sul sito della Camera dei Deputati. Rispondo a questa email che ho avuto cura di inoltrare per conoscenza anche al Garante per la privacy. Nella stessa email chiedo all’on. Galati di indicarmi quali parti dell’articolo sarebbero state inesatte, incomplete, non veritiere affinché potessi assolvere a quel dovere di rettifica che la legge sulla stampa impone. Nulla. Il silenzio. Questo passaggio è anche riportato in una sentenza di primo grado per il ricorso ex art. 700, una procedura d’urgenza, che mi viene notificata nel luglio dello stesso anno, il 2007. Una bella mattina arriva l’ufficiale giudiziario che mi notifica questo atto di citazione. Il Galati, dopo non avere risposto alla mia email nella quale sollecitavo l’indicazione delle parti secondo lui diffamanti del mio articolo perché fossero modificate, decide di trascinarmi in tribunale. Prima di presentarmi nell’aula di giustizia difeso dal mio avvocato, che per fortuna è anche un mio amico, l’avv. Creaco, scrivo proprio sul blog che il Galati per l’articolo scritto a dicembre mi aveva querelato e che avrei avuto la prima udienza il primo agosto dello stesso anno, due settimane dopo. L’avvocato del Galati chiederà al giudice di stabilire anche che il fatto di aver dato conto dell’imminenza del giudizio, del calendario delle udienze, costituiva una reiterazione della mia condotta diffamante nei suoi confronti. Fatto sta che, essendo stato presentato un ricorso per la tutela d’urgenza ex articolo 700 del codice di procedura penale, il giudice non ravvisa gli elementi fondanti di questa tutela che sono il periculum in mora e il fumus boni iuris dell’eventuale reato contestato e quindi rigetta questo ricorso e condanna il Galati al rimborso delle spese processuali. Questa sentenza viene appellata dal Galati. Ma entriamo nel merito dei dettagli.

L’articolo era in effetti già presente su diversi quotidiani, come dicevo prima anche la rassegna stampa della Camera dei Deputati raccoglieva ampi stralci dell’orinanza del GIP e di alcune vicende legate al curriculum politico del Galati. In particolare di Diario scrive che “Calabrese, il sottosegretario UDC alle attività produttive Giuseppe Galati, coinvolto ma non indagato nello scandalo della cocaina della Roma bene”. Nell’ordinanza del GIP si legge che “Galati, soprannominato Pino il politico, si rifornisce stabilmente di cocaina dal pusher Martello. Gli acquisti hanno cadenza almeno settimanale e sono effettuati direttamente o tramite Armando De Bonis, suo uomo di fiducia che ha libero accesso alle Attività Produttive”. Poi l’articolo va avanti e, come riportato da me nel blog, dice: “Pino Galati è il leader incontrastato dell’UDC nel catanzarese e soprattutto nella sua Lamezia Terme, cittadina il cui consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2002. Tra gli eletti nel consiglio c’era Giorgio Barresi, del CCD, messo in lista per volere di Galati”. Anche questa affermazione che io riporto da questo articolo sul mio blog verrà contestata dal Galati dicendo che lo Statuto non conferiva a lui direttamente la scelta dei candidati nelle liste e per questo motivo la notizia sarebbe falsa e che io avrei dovuto rimuoverla. Giorgio Barresi viene arrestato per usura il 30 settembre 2002 mentre nel luglio del 2001 era rimasto ferito in un conflitto a fuoco a San Biase sempre vicino a Lamezia. Scrive ancora l’articolo pubblicato su Diario che “tra i motivi alla base dello scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme, la presenza di consiglieri imparentati con esponenti delle cosche locali”, tra questi Peppino Ruberto dell’UDC, personaggio molto vicino a Galati. Il sindaco di Forza Italia lo ha difeso dicendo che si trattava di parentele del quinto o sesto grado. E’ sicuramente una coincidenza, ma il 26 novembre del 2003 un nutrito gruppo di deputati dell’UDC presenta la proposta di legge numero 4254 volta a rendere più difficile lo scioglimento per infiltrazioni mafiose delle assemblee elettive degli enti locali. Non soltanto: davanti al giudice Galati contesterà anche l’attribuzione del suo autista, rinnegherà anche di averlo mai conosciuto. Ma da dove avevo tratto questa notizia? Da un articolo pubblicato su Repubblica relativo all’inchiesta “Poseidone”, la famosa inchiesta sulla depurazione in Calabria condotta dal PM Luigi De Magistris, che assieme all’inchiesta “Why Not” è stata sottratta al PM catanzarese. Scrivono Attilio Bolzoni e Giuseppe Baldessarro, un giornalista di Reggio Calabria: “alla fine del 2003, alla frontiera in provincia di Como, i finanzieri fermano Nicolino Volpe, uomo dell’entourage del sottosegretario dell’UDC Pino Galati. Era insieme a Roberto Mercuri, l’amministratore delegato della Pianimpianti SPA, società che ha fatto man bassa nella spartizione dei depuratori in Calabria”. Accade questo: il giorno dopo scrive a Repubblica: “Ritengo opportuno smentire la circostanza che il Sig. Volpe farebbe parte dell’entourage dello scrivente, proprio in ragione del significato della parola “entourage”: “Persone frequentate abitualmente o ambiente”, dizionario Garzanti - cita Galati – L’affermazione si rivela assolutamente infondata”. Sempre sotto la stessa smentita, i giornalisti di Repubblica Bolzoni e Baldessarro scrivono in corsivo: “Nicolino Volpe frequenta abitualmente la segreteria e la casa dell’on. Galati a Lamezia Terme. In questo senso è stato definito uomo dell’entourage”. Ma per il giudice questo non basta. Appare quindi forzata la parte della sentenza in cui il giudice afferma una cosa particolarmente strana: nell’accertare la verità putativa dei fatti narrati nell’articolo che ho pubblicato sul blog scrive che sarebbe “offensiva l’affermazione secondo cui l’autista del Galati sarebbe Nicolino Volpe”. “In questo caso non c’è prova della verità del fatto che il Volpe fosse autista del Galati, circostanza apparsa su Internet - nell’articolo da me prodotto – ma espressamente contestata dal Galati nel presente giudizio nel fatto che il medesimo Volpe facesse parte dell’entourage del Galati, circostanza apparsa su Repubblica espressamente smentita dal Galati – scrive la sentenza – e poi riconfermata dai giornalisti del medesimo quotidiano. La medesima notizia la cui corrispondenza a verità non è stata provata dal Monteleone – ma io non potevo provarla in effetti – per come riferita risulta volta unicamente a gettare discredito sulla figura del Galati”. Assieme a questo ci sono altre circostanze: l’on. Galati è riuscito a far assumere la sorella all’interno della Regione Calabria col famoso “Concorsone”. Famoso “concorsone” perché vi parteciparono circa 250 tra parenti e amici dei consiglieri regionali o di esponenti politici di un certo calibro, e tutti risultarono vincenti. In particolare io provo documentalmente il fatto che la sorella del Galati sia stata assunta e in questo senso fa un poco sorridere il fatto che, oltre a rinnegare alcuni amici, oltre a rinnegare il proprio autista, il Galati rinneghi anche la sorella. Scrive il giudice che “quanto, infine, alla notizia che il Galati avrebbe sistemato la sorella alla Regione dalla documentazione prodotta in atti emerge che effettivamente tale Galati Enza è stata assunta. A fronte di ciò, il Galati non ha specificatamente contestato che la propria sorella si chiami Enza, ma si è limitato a sostenere che non vi sarebbe prova certa di un rapporto di parentela con costei”. Dall’UDC passa al PDL e infatti scrive Roberto Galullo sul Corriere della Sera: “Alla Camera il Popolo della Libertà in Calabria schiera due “boss”, politici ovviamente, come Giancarlo Pittelli e Giuseppe Galati, entrambi citati più volte nelle inchieste “Why not” e “Poseidone” avocate a Luigi De Magistris in quanto referenti, secondo l’accusa, del comitato d’affari che in Regione si spartirebbe i fondi pubblici. Entrambi negano il ruolo. Galati fiuta l’aria prima degli altri, ha detto addio all’UDC senza versare una lacrima e ha trasferito armi e bagagli e tutto il gruppo, o quasi, in Forza Italia. Da Why Not la mia posizione è stata stralciata – spiega Galati al Sole 24 ore – e presto anche l’altra inchiesta vedrà archiviata la mia posizione. Non ho nulla da nascondere”. Ma Galullo ricorda una vicenda: “E con l’etica in politica come la mettiamo, visto che cinque anni fa finì in una brutta storia di cocaina e prostitute?” “I Calabresi sanno scegliere – dice tranquillo – e sanno che non c’entro nulla con quelle vicende. Ho lavorato solo per la mia terra”. Questa è la vicenda relativa al merito processuale. Poi cosa succede? Che la causa in sede civile si conclude con un’ordinanza della seconda sezione civile del Tribunale pubblicata l’11 gennaio del 2008 che mi ordina di rimuovere alcune parti. Non capisco perché se non sono diffamatorie, non sono condannato pur tuttavia mi viene ordinato di rimuoverle. Fatto sta che obbedisco a questa ordinanza, modifico l’articolo e pubblico in calce che questo è il frutto delle osservazioni mosse dal tribunale di Reggio Calabria. Nonostante ciò il Galati presenta una querela in sede penale. Il problema sta nel fatto che, se abbiamo visto prima che il 26 febbraio del 2007 mi manda una email che prova il fatto che è venuto a conoscenza dell’articolo di cui chiede una rettifica, da quel momento scattano i termini perché l’azione di querela per diffamazione si prescriva perché sono di 90 giorni. Presentando la querela in sede penale, il PM in fase di indagine preliminare e il GIP successivamente avrebbero dovuto rilevare che questa non poteva essere proposta. Si chiama certezza del Diritto: se io so che dopo 90 giorni nessuno a presentato una querela per un articolo devo poter stare tranquillo e non subire questo tipo di vessazione. Succede che il GIP osserva e scrive nel provvedimento di sequestro che mi è stato notificato ben 4 giorni dopo: “volendo prescindere dalla verità obiettiva dei fatti narrati, fortemente contestata dal denunciante, e pur ritenendo che critica esercitata dal giornalista possa essere sorretta dall’utilità sociale dell’informazione, sembra superato il limite della continenza”. A proposito del limite della continenza proprio la seconda sezione del tribunale scriveva che nonostante il linguaggio piuttosto colorito, questo non potesse essere considerato eccedente il limite della pertinenza. Anche perché i post che riportavano questo documento si intitolavano “Politica discarica”. Scrive il giudice: “Benché la definizione della politica come “pattumiera” e quindi del politico come parte di questa pattumiera non sia particolarmente elegante, è pur vero che l’articolo dedicato al Galati è solo uno di una serie di una serie di articoli dedicati a vari personaggi politici calabresi appartenenti sia all’uno che all’altro schieramento politico. Contrariamente a quanto ritenuto dal reclamante, l’espressione non pare funzionale ad orientare il lettore e a condizionarlo negativamente con riferimento alla figura specifica del Galati, ma piuttosto a dare un giudizio negativo dell’intera classe politica calabrese” Dicevamo dell’ordinanza del GIP. Il GIP scrive, e questa è la parte più grave e inquietante di quello che mi sta capitando e che voglio condividere con voi, che “il sequestro” – dell’intero sito internet, non dell’articolo incriminato in attesa del giudizio – va mantenuto per evitare la pubblicazione e la divulgazione sempre attraverso lo stesso sito di altri articoli di eguale tenore”. Non si tratta di una questione semantica, ma il giudice parla di “eguale tenore” non di “eguale contenuto”. Il pericolo non è che io possa scrivere ancora del Galati, ma che io possa continuare a scrivere articoli piuttosto critici dell’operato dei politici calabresi. Questa è la cosa particolarmente grave, perché viene adottata una misura cautelare per impedire la commissione di reati d’opinione. Alla fine della vicenda che vi ho raccontato vedo in un provvedimento di sequestro di un blog adottato con queste motivazioni, che sembrano quasi voler significare “ti dobbiamo tagliare la lingua perché sei un chiacchierone”, mi sento un po’ abbandonato dal sindacato dei giornalisti della Calabria e dall’Ordine dei Giornalisti della Calabria, il cui presidente nel corso della campagna elettorale era impegnato a seguire le convention del Popolo delle Libertà e quindi non poteva probabilmente curarsi di queste vicende, di un giornalista di 23 anni che perde tempo a scrivere congetture sul proprio blog. Il sindacato dei giornalisti, tempo fa, mi diceva che è probabile che l’Ordine decida di avviare una procedura disciplinare nei miei confronti perché in qualità di organizer del MeetUp di Reggio Calabria avrei promosso il referendum per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Alle mie perplessità mi veniva detto che io non mi ero limitato a firmare ma ero addirittura sceso in prima linea, anche divulgando dei comunicati stampa, in cui esprimevo le mie opinioni sull’Ordine dei Giornalisti. Sono imbavagliato e a parte il giornale per il quale lavoro, strill.it, ed altri siti internet non se n’è curato nessuno. Un giornalista amico mi ha detto “caro Antonino voglio esprimerti la mia solidarietà anche se non posso scriverlo sul mio giornale” e io ho dovuto rispondergli che sono io che esprimo a lui la mia solidarietà perché non possa scriverlo sul giornale per il quale lavora. Io ancora continuo a non capire a cosa serve avere una tessera di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti quando poi non vieni tutelato e non c’ è nessuno che dica una parola, un “bah”, un “però”, un “caspita addirittura!” oppure che dica hanno fatto bene perché te lo meritavi ed è giusto così. Non capisco perché per un articolo debba essere chiuso l’intero blog. Non capisco perché bisogna assecondare le richieste dell’avvocato di un politico e spero vivamente che non si sia trattato di pressioni che abbiano subito in questa fase i magistrati, i GIP piuttosto che il PM, ma che si sia trattato di un errore commesso in buona fede per semplice ignoranza del mezzo e dello strumento informatico". Antonino Monteleone

martedì 10 giugno 2008

Prove tecniche di fascismo

(da un intervento di Marco Travaglio)
"Buongiorno a tutti.
Allora, sia nel blog di Beppe un certo Daniele mi chiede della legge sulle intercettazioni che è stata annunciata da Berlusconi al convegno dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure – mi chiede e mi domanda se potrebbe essere incostituzionale o oggetto di un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea – sia sul mio blog, voglioscendere.it, Cle e Carla C. mi chiedono anch’esse di parlare di questa legge. E allora parliamone perché è il tema del giorno e credo che rimarrà il tema della settimana e forse del mese. Siamo alla prima legge vergogna che riguarda i processi di Berlusconi e che ha qualche speranza di passare, dopo quella per ora tramontata sul patteggiamento allargato che avrebbe spostato in là i processi al Cavaliere. Intanto vediamo quello che vuole fare Berlusconi, secondo quanto lui ha annunciato di voler fare. Lui ha detto: “divieto assoluto di intercettazioni, salvo per i reati di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di criminalità organizzata e di terrorismo”. Per chi le fa, cioè per i giudici che le dispongono al di fuori di questi reati – ammesso che ce ne siano ancora, ovviamente – e per gli agenti che poi le realizzano assieme ai gestori telefonici che prestano il loro supporto: cinque anni di galera. Questa la pena massima prevista. Per i giornalisti che le pubblicano, cinque anni di galera anche a loro. Si corona così il sogno del Cavaliere di arrestare tutti coloro che lo dovrebbero controllare e che lo controllano ancora, cioè magistrati e giornalisti. Invece di arrestare le persone che vengono intercettate e hanno commesso dei reati, si decide di arrestare coloro che le hanno scoperte e coloro che lo hanno fatto sapere. Che già non è male, devo dire. In più prevede, dice lui, “una forte penalizzazione economica per gli editori che pubblicano questi articoli contenenti intercettazioni”. Quindi, in teoria, dovrebbe essere condannata anche la sua famiglia, visto che i suoi giornali hanno abbondantemente pubblicato intercettazioni - sempre quelle degli altri di solito, mai le sue. L’annuncio era già scritto nel programma della Casa delle Libertà, era già stato detto in campagna elettorale. Il problema è che Berlusconi ha questa grande fortuna: viene sempre sottovalutato. Si dice: “sì, lui dice così. Poi in realtà non è vero…”. No, in realtà è vero. E infatti, ciò che sembrava impossibile, il divieto di intercettazioni per tutti i reati che non siano di mafia e terrorismo – stando a quello che lui dice, sempre che non sia stato frainteso o non parlasse a titolo personale – sarà oggetto della prossima legge in materia di giustizia. E così sono serviti tutti quegli allocchi, magistrati, associazione magistrati, partito democratico, che pensavano di poter dialogare con un soggetto del genere. Per fortuna che a mettersi di traverso contro il dialogo è sempre Berlusconi poi, alla fine. È interessante il fatto che lui annunci tutto questo proprio mentre a Napoli e dintorni lui va predicando che con lui ritorna lo Stato, arriva il pugno di ferro, arriva la tolleranza zero, arriva la certezza della pena. Arriva il castigamatti, insomma, e bisogna rigare diritto. E annuncia una legge che va esattamente in controtendenza. Non è una legge “ad personam”, nel senso che non serve solo a lui. È una legge “ad personas” nel senso che serve a tutta la classe dirigente. È un altro cunicolo enorme scavato sotto le carceri e sotto i tribunali per farci passare naturalmente le solite pantegane grandi così, ma da quello stesso cunicolo passeranno anche topolini medi e piccoli, che sono poi quelli che vanno ad accrescere l’emergenza sicurezza, la percezione di insicurezza. Ragion per cui poi bisogna ritornare indietro e fare altri pacchetti sicurezza. È un continuo. È il pendolo che una settimana dopo le norme per la sicurezza, torna indietro e si mette a salvare i colletti bianchi, ma anche, come vedremo fra un attimo, le principali categorie criminali che rendono rinomato nel mondo il nostro Paese. Facciamo degli esempi. Per l’omicidio, ad esempio, non è più possibile intercettare, se ha un senso quello che ha detto Berlusconi. Perché l’omicidio non è né mafia, né ‘ndrangheta, né camorra, o meglio, ci sono anche omicidi che non fanno parte di quelle organizzazioni. Per l’omicidio semplice - cioè io ammazzo un tizio non essendo un camorrista, un mafioso, un ‘ndranghetista e nemmeno un terrorista – non mi possono intercettare. Di solito, per scoprire chi è stato ad uccidere una persona si mettono sotto intercettazione tutti quelli che fanno parte della sua cerchia: parenti, amici, conoscenti, colleghi di lavoro per cercare qualche attinenza tra la morte di quella persona e le conoscenze che ha. Non si potrà più fare. Quindi, molti più omicidi impuniti. Okay?Rapine in banca. Mettiamo che per fortuna una telecamera abbia ripreso di sguincio uno dei rapinatori e che gli inquirenti illuminando bene le immagini riescano a intuire chi potrebbe essere fra le loro vecchie conoscenze, spulciando tra le foto segnaletiche. Bene, per trovare la prova che è veramente lui gli mettono il telefono sotto controllo, vedono se parla di bottino. Se ne parla con altri complici, arrestano anche i complici e si riesce a sgominare la banda. Non si potrà più fare. La rapina, se non è fatta da mafiosi, camorristi o terroristi, sarà impossibile, o quasi, da punire...
Continua a leggere "Prove tecniche di fascismo"

venerdì 6 giugno 2008

PALAGIANELLO - “Visti da vicino”, gli arresti di Palagianello.


Nel piccolo paese abbarbicato alle pendici dell’imponete murgia mottolese, con le case-grotte nella spalla della gravina, disabitate, ma ancora agibili perchè lasciate da poco, gli 11 arresti di lunedì notte hanno lasciato il segno dello sbigottimento e di una collettiva costernazione.
Giovani in movimento”, un’associazione culturale autonoma dai partiti ma collocata nella Sinistra, ha chiesto al “Corriere” un incontro-dibattito per analizzare l’accaduto, le sue cause, le sue prospettive. Appuntamento nella sede della Sinistra Democratica, ospiti di Paolo Rubino: 23 giovani, fra i quali nove ragazze e una ragazza di seconda giovinezza. Si comincia con il racconto della nottata. Alcuni di noi, dicono a più voci i “Giovani in movimento”, i nottambuli, abbiamo assistito al salire nelle case dei carabinieri. Molti avevamo il sospetto che qualcosa stesse per succedere, nei giorni scorsi in paese erano state notate facce nuove. Il mattino dopo il paese era sotto choc, abbiamo cercato nei giornali che cosa fosse successo, e forse anche il perché.
Quanto a noi, movimento culturale e politico, abbiamo cambiato il nostro calendario: per il 20 avevamo in programma una manifestazione contro il precariato, ora il nostro problema è recuperare questi nostri coetanei. Le cause?
Comincia Vito: ne eravamo fuori, ora siamo dentro. Nelle città che avevano tutto, la droga è arrivata prima, noi che non avevamo niente l’abbiamo avuta dopo. Dunque la droga non è una necessità, ma un andar controcorrente. I nostri esempi di vita sono i “dritti” che fanno carriera e i “fessi” che sono quelli che lavorano e conducono un vita regolare. Fra gli arrestati conosco chi aveva cambiato strada, che è stato arrestato per fatti commessi molto tempo prima. Ai giovani bisogna dare luoghi dove poter manifestare la loro personalità, impegni sociali, la differenziata, l’ambiente, la musica, la politica...
Gregorio: Ciò che succede è un fatto in piccolo della globalizzazione. Gli arresti sono uno scandalo che può essere benefico, sono effetto di scarsa attenzione, nessuno tira il freno nella libertà dei ragazzi, perfino dei ragazzini di 12 o 13 anni. Ne conosco alcuni che ogni giorno prendono il treno e vanno a Taranto a comprarsi le canne...
Orlando: fra i ragazzi la droga è una cosa normale. A scuola non più temi, dibattiti, c’è lassismo anche fra i professori...
Nunzio: lo spinello è un dato di fatto acquisito. A 12 anni si fuma la cana come noi a 12 anni giocavamo con le palline, il giorno più atteso della settimana è il sabato, perché la paghetta sarà spesa in canne, invece che in caramelle o cioccolata. Fra i giovani lo spinello è consuetudine, chi non si omologa “sta sotto”, è depresso, o viene considerato tale. Come ieri si sentiva grande chi fumava la sigaretta, oggi si sente grande che si fa lo spinello...
Flavio: oggi ci si vergogna di non fumare. Non si può passare dalla repressione alla legalizzazione,
occorrono certezze dalle istituzioni. Al momento non vedo soluzioni...
Antonello: Per fermare il fenomeno occorre informazione, chi sa bene a che cosa va incontro quando comincia a drogarsi ci penserà due volte...
Gregorio: ecco perché questi arresti possono essere utili: le nostre parole non avrebbero avuto alcun effetto...
Francesco: invece con questi arresti non si è calmato nessuno, chi andava a rifornirsi continua ad andare, come se non fosse successo nulla. Questi ragazzi se li chiamiamo a giocare a calcetto non vengono, e nemmeno se li chiamiamo per andare a sfottere le ragazze. Hanno stimoli solo
per la canna. Quanto all’educazione, se la madre va in discoteca, ìdove si vuole che vada la figlia? Ci sono luoghi in cui si fuma, noti a tutti, di consumo e spaccio. Ho chiesto ad alcuni: perché lo fai? Ho problemi. Quali? Case, debiti. Problemi comuni a tutti...
Paolo (Rubino): Attenti, non mettiamo sul banco degli imputati le nuove generazioni, non trasformiamoci in censori. Domandiamoci: le agenzie educative, politica, famiglia scuola, lavoro, hanno fatto il loro dovere nelle prevenzione e nella cura? Ieri in politica ognuno aveva il suo mondo, uno scopo. Poi lo scontro ideologico è degenerato in lotta per il potere i giovani scoprono di non avere più un futuro. In famiglia prevale la figura del papà amico. Si è passati
dall’autoritarismo all’amicizia: un’uscita dalle responsabilità, dalle regole discusse e condivise
si è passati al libertinaggio. I ragazzi bulli e vandali: ricordo che quando videro un vecchio, come Vincenzo Fatiguso rimettere a posto il parco con le sue mani e gratuitamente, anch’essi amarono
e rispettarono il parco. Ciò che è importante per il grande lo è anche per il piccolo.
Il Bene pubblico se svalutato sarà soggetto a vandalismi; la cosa nostra attira la distruzione, la cosa di tutti il rispetto. C’è un malessere dell’anima, è la prima volta che i figli stanno peggio dei genitori. E c’è chi ha interesse in ciò. La comunità si è rotta, distrutta dall’ideologia dell’individualismo. Siamo al si salvi chi può, quindi a spese dell’altro, dalla solidarietà siamo
passati all’egoismo, dire: il mondo sono io. Ai giovani è stato rubato il futuro, e dove non c’è futuro c’è spazio per la droga. Che fare? Capire perché abbiamo rubato il futuro ai nostri giovani, restiturglielo e farglielo ricostruire, responsabilizzarli, chiamarli al loro dovere, ma dopo che ciascuno, dall’alto in giù, avrà mostrato di adempiere al proprio. Questi ragazzi son nostri figli, sono vittime e dobbiamo impedire che diventino carnefici, ecco perché questi arresti lasciano
l’amaro in bocca: incarcerandoli si manda all’università del crimine chi prima era alle elementari, rimettendoli dopo pochi giorni in libertà fa poi invocare la tolleranza zero, e lascia un’inquietudine: si arrestano i pesci piccoli, ma si lascia fuori la cupola, il capo branco dov’è? E quali sono le fonti di approvvigionamento? Il Consiglio comunale deve discutere e concludere sul che cosa fare per contrastare questo fenomeno.
Orlando: I giovani non sappiamo più dove andare. Nei partiti o si gioca a birra, o si parla di spartizione del potere, o sono chiusi.
Vito: dobbiamo organizzare una pubblica assemblea con tutti i politici del territorio e della Regione per una presa di coscienza, dobbiamo lottare in prima persona sui problemi della nostra comunità. Invece di punire bisogna educare con impegni nel servizio civile...
Francesca: Siamo dinanzi ad una questione delicate, complessa e triste. Questi ragazzi sono tutti nostri amici. Non parlarne è peggio. Con gli arresti che cosa è successo nei loro animi? Come ne escono? Il loro è un problema di solitudine e noia. C’è indifferenza e vergogna verso il problema: che cosa ha fatto la politica? E la Chiesa? E La famiglia? Chi ha guardato dentro ai giovani? Chi ha rafforzato le loro difese immunitarie? Se si fa sentire il giovane un numero, il giovane si sente umiliato. Bisogna aggregarli, farli innamorare della vita, farli sentire persona. E bisogna riprendere la discussione sulla legalizzazione delle droghe leggere, per eviatre i delinquenti e per evitare il tabù.
Vito: La droga ormai fa parte della vita perché non si è più in grado di conquistare ciò che si vuole, perché non abbiamo esempi. Non abbiamo visto un politico vicino a chi ha questi problemi...
Il parlare si va sfibrando, è difficile tenere insieme rabbia, severità, amarezza. I ragazzi cercavano una risposta a una domanda inespressa, forse perché inesprimibile: perché una piccola comunità sta naufragando nell’indifferenza?
Forse la risposta, ma inesauribile, sta in un’altra domandadenuncia: dove volete che vada la figlia, se la madre va in discoteca?
(Michele Cristella - Corriere del giorno 06/06/2008)