giovedì 2 ottobre 2008

Gandhi e la nonviolenza


"Considero me stesso un soldato, ma un soldato di pace. Sono consapevole del valore della disciplina e della verità."


Il 2 ottobre 1869, in un umile paese di pescatori del Gujarat, nasceva Gandhi.

Il suo pensiero e la sua idea, basati su una vita semplice e aderente alla verità, al nocciolo delle cose, costi quello che costi, sono validi allora e validissimi oggi, quando la corsa sfrenata al lusso, al potere e alla visibilità, con nuovi mezzi di sfruttamento e con nuovi metodi di manipolazione, rischia di distruggere il nostro stesso pianeta.
Mahatma Gandhi (1869–1948) ha cambiato il corso della storia di miliardi di indiani. Padre dell'indipendenza dell'immensa nazione, Gandhi, come sospeso in una prodigiosa ambiguità fra il mistico e il pratico, ha fatto conoscere al mondo il concetto di Satyagraha, cioè il non compromesso, l’adesione assoluta - senza smarrimenti e senza svabature romantiche - a un principio ritenuto fermamente valido.
Il Satyagraha si attua mediante la disobbidienza civile alla legge, lo sciopero pacifico, la sospensione di ogni attività, l’arresto della vita della nazione. Ma non fu un concetto astratto: se ne ebbe la dimostrazione nella Marcia del sale, a Dandi, dove il 6 aprile 1930, violando la legge del monopolio britannico, Gandhi estrasse per primo il sale dal mare. Fu un’audacia che commosse e spinse come un fiume in piena l’India intera; e la ribellione non violenta si estese a macchia d'olio in ogni parte del paese.
L'Ahimsa o non-violenza e l’autodisciplina, la coerenza totale all’ideale del Satyagraha, cioè la resistenza passiva - i due cardini della lotta che guidò l'India contro il colonialismo - furono realizzati non attraverso un gelido controllo su se stesso, covando nell’animo il rancore, ma attraverso l’amore e, a livello etico, attraverso la reciproca tolleranza, un principio che fa sì che ognuno di noi accetti le differenze nel modo di pensare e di vivere dell’altro.
I suoi discorsi, i suoi libri, il suo pensiero ha cambizto profondamente la vita di molte persone: una coerenza gentile, ma "in tutta fermezza", ai propri ideali, alle proprie idee, a quello che si sa giusto, alla propria verità interiore, limando e cesellando la propria vita per togliere via tutto il superfluo. Un grande uomo che ha fatto conoscere all'Occidente un nuovo metodo di vita e di pensiero, l'assoluta aderenza a se stessi, "gentile ma con fermezza", e ha rivoluzionato il modo stesso di pensare dell'Occidente: un modo che era valido nel periodo buio delle dittature - ed è tanto più valido oggi.

In questa giornata l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 2 ottobre, giorno appunto della nascita di Gandhi, la Giornata Mondiale della Nonviolenza invitando Stati, personalità ed associazioni a celebrarne la ricorrenza.
La violenza nel mondo di oggi cresce e si espande in tutti i campi, generando un clima di paura, incertezza, asfissia e chiusura. Non si tratta solo della violenza fisica della guerra e della criminalità, ma anche di quella economica, razziale, religiosa, psicologica, di quella domestico-familiare e della violenza interna.
Secondo Gandhi non-violenza non significa "docile sottomissione alla volontà del malvagio, ma significa l’impiego di tutte le forze dell’anima contro la volontà del tiranno. La nonviolenza non è una giustificazione per il codardo, ma è la suprema virtù del coraggioso. La pratica della nonviolenza richiede molto più coraggio della pratica delle armi... Anche la vendetta è sintomo di debolezza… Un cane abbaia e morde qando ha paura. Un uomo che non teme nessuno al mondo giudica inutile perfino adirarsi contro chi cerca invano di arrecargli offesa".
Per Gandhi la nonviolenza era molto di più di una forma di lotta o di un mezzo per raggiungere un fine politico. La nonviolenza è lotta contro le ingiustizie, affermazione di amore verso gli altri, ricerca della Verità.

Nessun commento: