martedì 24 febbraio 2009

Operazione "Fiato sul Collo" a Palagianello



Cari cittadini il comico genovese Beppe Grillo ha lanciato in tutta Italia l'operazione fiato sul collo che consiste nel riprendere i consigli comunali e metterli a disposizione dei cittadini per informarli di cosa i nostri dipendenti (politici) vanno ad approvare nei consigli.
Anche noi a Palagianello abbiamo abbracciato tale iniziativa ma evidentemente a qualcuno non è piaciuto, qualcuno vuole nascondere quello che si approva in consiglio comunale ai cittadini?
Guardate il video il presidente del Consiglio Comunale ha mandato le forze dell'ordine ad impedire ad un libero cittadino di riprendere il consiglio comunale dove si discuteva del PUG (piano urbanistico generale) dove é stato approvato il piano per lottizzare la città e i cittadini non erano nemmeno a conoscenza che ci fosse un consiglio comunale.
Abbiamo chiesto al Consigliere Vito Vetrano se per loro della minoranza potevamo riprendere e lui ci ha risposto che per loro non c'erano problemi, anzi era un piacere far partire tale operazione anche nel nostro comune anche se ci aveva già anticipato che non ci avrebbero permesso di riprendere perchè il regolamento del consiglio comunale lo vieta, però ci sono stati sindaci che hanno permesso che si riprendesse il consiglio visto che è pubblico così noi abbiamo incaricato un cittadino che era libero da impegni di lavoro per riprendere il consiglio e sapete già come è andata! Cari cittadini munitevi di fotocamera e videocamera mettiamoli davanti alle loro responsabilità facciamogli sentire il FIATO SUL COLLO!!!Qui Palagianello libera cittadini informati con l'elmetto contro il potere!!

mercoledì 4 febbraio 2009

Giuseppe Gatì è morto!un mese fa gridò W Caselli!W il pool Antimafia

È un paio di giorni che cerco di scrivere questo post, senza riuscirci.

Il post parla di Giuseppe Gatì, una persona che voi probabilmente conoscete senza saperlo. Il suo nome non era mai emerso, ma Giuseppe è diventato piuttosto famoso quando durante le recenti vacanze natalizie le televisioni, da Blob in poi, hanno cominciato a trasmettere il filmato della sua contestazione: un ragazzo di ventidue anni che ad Agrigento, davanti alle autorità schierate a festa e alle forze dell’ordine messe a protezione del potere, si alza e ricorda che l’ospite d’onore Vittorio Sgarbi - paracadutato da non si sa chi come sindaco di Salemi, nel cuore della Sicilia - è in realtà un pregiudicato, condannato per truffa ai danni dello Stato; e grida “Viva Caselli! Viva il pool antimafia!”. Naturalmente era stato portato via di peso, spintonato, trattenuto per “accertamenti” per ore.

Giuseppe Gatì, a ventidue anni, lavorava; faceva il pastore e l’operaio nel caseificio del padre, a Campobello di Licata, sulle colline dietro Agrigento. Sabato mattina, solo un mese dopo i suoi quindici minuti di gloria, Giuseppe è stato trovato morto; era andato a prendere il latte da un vicino. Ha afferrato il rubinetto di metallo della vasca refrigerata per aprirlo, ma nell’impianto c’era un filo scoperto; è morto fulminato.

Abbiamo pensato tutti la stessa cosa: che nelle campagne siciliane certi incidenti non succedono per caso. E già mesi fa, da altre fonti, avevo sentito storie preoccupanti, dei ragazzi candidati alle regionali siciliane per la lista di Sonia Alfano - la presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Mafia - che vanno ad attaccare Sgarbi in campagna elettorale, e vengono minacciati prima dalla polizia e poi da sconosciuti figuri del posto con un aspetto poco raccomandabile. Ma sarebbe ingiusto, in una situazione così dolorosa, dedicarsi alle illazioni; confidiamo che ci sia ancora qualche investigatore, qualche giudice che voglia prendersi la questione sulle spalle, e darci una risposta attendibile.

Comunque, se fosse un’altra delle tante morti sul lavoro che accadono in Italia, sarebbe altrettanto significativa: uno di quei pochi giovani che non si rassegnano alla corruzione e alla mediocrità dell’Italia, ucciso da uno dei difetti endemici dell’Italia stessa.

Di tutta questa storia, alla fine, resta un senso di vuoto: il senso che davvero, tra un tè pomeridiano e un futile discorso, l’Italia ormai si sia rovesciata, come la definiva Grillo dedicando a Giuseppe Gatì gli auguri di inizio anno. Lo stesso Grillo gli ha dedicato il post, domenica, ma è anch’esso un post pervaso di vuoto, di smarrimento: come se nemmeno lui, l’infiammato per eccellenza, riuscisse a superare lo stordimento.

E però, il vuoto dura soltanto un attimo: perché se c’è una cosa che è chiara e imperativa, è che tutte queste morti non devono avvenire invano.